Negli ultimi anni, sempre più persone si trovano in difficoltà economica a causa di una gestione del debito fuori controllo. Tra crisi economiche, perdita del lavoro e spese impreviste, il rischio di accumulare troppi debiti è sempre più diffuso.
Ma cosa succede quando il peso dei debiti diventa insostenibile e il debitore non è più in grado di farvi fronte?
Questa condizione prende il nome di sovraindebitamento, una situazione di squilibrio finanziario in cui le entrate disponibili non sono più sufficienti a coprire le obbligazioni assunte. Per aiutare chi si trova in queste circostanze, il legislatore ha introdotto specifiche misure per consentire ai debitori di riorganizzare il proprio carico finanziario e, in alcuni casi, ottenere l’esdebitazione.
In questo articolo verrà spiegato che cos'è il sovraindebitamento, quali sono le cause più comuni e quali strumenti legali possono essere adottati per affrontarlo. La Legge 3/2012, infatti, prevede delle procedure che consentono di risolvere il problema, ripristinando l’equilibrio economico del debitore senza incorrere in sanzioni più severe.
Analizzeremo nel dettaglio i requisiti per accedere a queste soluzioni, il ruolo degli Organismi di Composizione della Crisi (OCC) e le modalità per presentare domanda. Alla fine, avrai una panoramica chiara delle soluzioni contro il sovraindebitamento e di come funzionano nella pratica.
Che cos'è il sovraindebitamento: definizione legale
Secondo la Legge 3/2012, il sovraindebitamento è definito come una situazione in cui una persona o un'attività economica non è più in grado di far fronte regolarmente ai propri debiti. Questo avviene quando il patrimonio disponibile e il reddito generato non bastano a coprire le obbligazioni assunte, determinando uno stato di squilibrio economico prolungato.
Questa legge è stata introdotta proprio per offrire una via d’uscita ai soggetti non fallibili, come consumatori, piccoli imprenditori e liberi professionisti, permettendo loro di riorganizzare il proprio debito attraverso strumenti legali.
Le cause più comuni del sovraindebitamento
Il sovraindebitamento può derivare da diverse cause, spesso indipendenti dalla volontà del debitore. Tra le più frequenti troviamo:
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Perdita del lavoro: l’improvvisa mancanza di reddito porta molte persone a non riuscire più a far fronte alle spese quotidiane e ai debiti contratti.
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Malattia o infortunio: problemi di salute possono comportare spese mediche elevate e, in alcuni casi, la riduzione della capacità lavorativa.
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Separazione o divorzio: la rottura di un’unione familiare spesso comporta la divisione delle risorse economiche, aumentando il rischio di indebitamento.
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Cattiva gestione finanziaria: un uso eccessivo del credito al consumo, mutui non sostenibili o investimenti rischiosi possono portare al sovraindebitamento.
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Crisi economiche o eventi imprevisti: fattori esterni come recessioni, disastri naturali o pandemie possono peggiorare la situazione finanziaria di individui e imprese.
Chi può accedere alla legge sul sovraindebitamento
La Legge 3/2012 è rivolta a tutti i soggetti che, pur avendo debiti, non possono accedere alle tradizionali procedure fallimentari. Tra i beneficiari troviamo:
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Consumatori: persone fisiche che hanno contratto debiti per scopi non professionali o imprenditoriali.
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Lavoratori autonomi e professionisti: soggetti che non rientrano nella categoria delle grandi imprese e che non possono essere dichiarati falliti.
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Piccole imprese: aziende che non raggiungono le soglie richieste per l’accesso alle procedure concorsuali.
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Imprenditori agricoli: soggetti che operano nel settore agricolo, esclusi dalle tradizionali procedure fallimentari.
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Enti non commerciali: associazioni e fondazioni senza scopo di lucro.
Le tre procedure previste dalla legge
La normativa prevede tre strumenti per risolvere il sovraindebitamento:
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Piano del consumatore: pensato per i privati cittadini, consente di riorganizzare il debito senza il consenso dei creditori, purché il tribunale ritenga la proposta sostenibile.
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Accordo con i creditori: utilizzato da imprenditori e professionisti, prevede una ristrutturazione del debito che deve essere accettata da almeno il 60% dei creditori.
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Liquidazione del patrimonio: consiste nella vendita dei beni del debitore per saldare i creditori, con la possibilità di ottenere l’esdebitazione finale.
Come presentare domanda di sovraindebitamento
Per accedere alle procedure previste dalla legge, il debitore deve presentare una domanda al tribunale competente, corredata dalla seguente documentazione:
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Elenco dei creditori con i rispettivi importi dovuti.
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Inventario del patrimonio, inclusi beni mobili e immobili.
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Dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni.
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Stato di famiglia, per documentare la situazione economica complessiva.
L’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) assiste il debitore nella raccolta dei documenti e nella redazione della proposta di risoluzione del debito.
Il ruolo dell'OCC nella gestione della crisi
L’OCC è un ente indipendente che supporta il debitore e facilita la mediazione con i creditori. Tra i suoi compiti principali:
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Aiutare il debitore a elaborare un piano di rientro sostenibile.
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Verificare la correttezza della documentazione.
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Mediare con i creditori per favorire un accordo.
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Presentare al tribunale una relazione dettagliata sulla fattibilità del piano.
Tempistiche e costi della procedura
Le tempistiche variano in base alla procedura scelta:
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Piano del consumatore: può essere approvato in pochi mesi.
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Accordo con i creditori: può richiedere più tempo a causa delle trattative.
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Liquidazione del patrimonio: può protrarsi per anni, a seconda della complessità del caso.
I costi includono:
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Compenso dell’OCC, variabile in base alla situazione.
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Spese legali e amministrative.
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Eventuali costi di consulenza finanziaria.
In alcuni casi, è possibile accedere al patrocinio gratuito, riducendo l’onere economico della procedura.